Al Mandic si curano i grandi obesi

Già al suo arrivo al Mandic, nel 2019, il Dr. Andrea Costanzi manifestò l’intenzione di aprire un centro di Chirurgia Bariatrica
Come arrivò al Mandic, nel 2019, subito manifestò l’intenzione di aprire nel presidio un centro di Chirurgia bariatrica, dedicato cioè alla chirurgia dell’obesità patologica. Il tempo di creare l’equipe multidisciplinare dedicata e di predisporre il percorso di visite ed esami riservato ai pazienti, e nell’inverno del 2020 cominciò ad effettuare i primi interventi. “Peccato che poi sia sopraggiunto il Covid che ci ha costretto ad interrompere l’attività ha spiegato il primario di Chirurgia generale del Mandic Andrea Costanzi – Il mese scorso abbiamo finalmente ripreso ad operare con l’obiettivo di fare della chirurgia bariatrica una delle specializzazioni apaci di valorizzare il presidio”. Sono complessivamente una trentina i pazienti operati e seguiti nel centro del Mandic, che è uno dei 136 affiliati alla Sicob (Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità) in grado di garantire una presa in carico del paziente da parte di un’equipe multidisciplinare formata da chirurgo bariatrico, nutrizionista/dietista, psichiatra/ psicologo, endocrinologo, anestesista e pneumologo. Considerato che nelle province di Lecco e Sondrio non è presente un centro di chirurgia bariatrica, sarebbero almeno 10.000 i potenziali pazienti che potrebbero beneficiare del centro attivato al Mandic. “Personalmente ho un background di chirurgia oncologica, ma da sei anni mi occupo di chirurgia bariatrica, anche perché l’obesità è diventata, prima del Covid, una pandemia – ha spiegato il dottor Costanzi, 53 anni – Già nel 1997 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha coniato il termine Globesity proprio per descrivere la diffusione su larga scala, simile ad una epidemia appunto, dell’obesità che nel mondo è addirittura triplicata dal 1975 al 2020″. Una chirurgia salvavita, quella bariatrica: i pazienti presentano infatti una comorbilità diabete mellito, ipertensione arteriosa, patologie cardiorespiratorie, gravi malattie articolari, dislipidemie e apnea ostruttiva del sonno spesso molto gravi. Si stima che in Italia e in Lombardia la percentuale dei soggetti in sovrappeso, con Body Mass Index (l’indice di massa corporea) compreso tra 25 e 30 kg/m2 sia del 35%; dei soggetti con un’obesità di primo e secondo grado, con un Bmi maggiore di 30 kg/m2, del 10%, e di quelli con obesità grave, di terzo grado con Bmi superiore a 40, del 2,5%. Rimanendo nella nostra Regione, si stima che su 7 milioni di adulti la prevalenza dell’obesità grave sia del 2,5% pari a 175mila pazienti”. Un percorso di presa in carico multidisciplinare quello che attende il paziente obeso che arriva in ospedale, segnalato dal medico di base o dagli specialisti di altre discipline. Il primo passo è rappresentato dalla visita, il lunedì pomeriggio, nell’ambulatorio di chirurgia bariatrica condotto insieme alla dietista Rosella Galimberti , dal dottor Andrea Locatelli e dalla dottoressa Gisella Baroni , proveniente dal Niguarda ed entrata in forze al Mandic solo due mesi fa. Se il paziente presenta i requisiti per essere operato, viene invitato a sottoporsi a una valutazione psicologica a cura del dottor Matteo Villa del Cps di Lecco, figura individuata dal primario Vittorio Rigamonti.
“Può accadere infatti che il paziente presenti un disturbo del comportamento alimentare così grave che neppure l’intervento sarebbe in grado di risolvere il problema del peso – spiega il dottor Costanzi – Il rischio delle complicanze tardive provocate dal mancato rispetto della dieta post-intervento sarebbe in questo caso troppo alto per la salute del paziente”. Superato il consulto psicologico, il paziente viene sottoposto ad una serie di esami del sangue, ad una gastroscopia e ad un’ecografia dell’addome superiore. Contemporaneamente, in collaborazione con il reparto di Pneumologia diretto dal dottor Daniele Colombo, viene sottoposto ad un questionario sulle apnee notturne.
Se positivo, il paziente viene ricoverato e sottoposto ad una polisonnografia; se negativo viene comunque sottoposto ad una polisonnografia ambulatoriale. A questo punto del percorso viene eseguita una visita endocrinologa e. una volta raccolti i dati di tutti gli esami effettuati, il paziente viene sottoposto ad una rivalutazione nell’ambulatorio bariatrico. Solo allora, una volta accertata la presenza di tutti i requisiti, si procede con il prericovero e con tutti gli accertamenti suppletivi per poi arrivare all’intervento chirurgico vero e proprio che sarà poi seguito da un follow up chirurgico dietetico molto rigoroso. Proprio la Chirurgia bariatrica mininvasiva sarà al centro il prossimo 26 marzo, in auditorium municipale a Merate, di un convegno organizzato dall’equipe di Costanzi con la partecipazione di tutti gli specialisti dell’Asst di Lecco.
Fonte: Giornale di Merate